CCNL Farmacie: c’è l’Accordo sulla contribuzione per Ebifarm

Stabilita la contribuzione all’Ente bilaterale Ebifarm nella misura di 2,00 euro

Le Sigle Sindacali Federfarma, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs hanno comunicato la nuova contribuzione per l’Ebifarm. Come stabilito nell’Accordo sottoscritto il 7 settembre 2021 per i dipendenti da farmacia privata, il finanziamento all’Ente bilaterale nazionale è fissato con una quota contrattuale di servizio nella misura globale dello 0,10% di paga base e contingenza, per 14 mensilità, di cui lo 0,05% a carico del datore di lavoro e lo 0,05% a carico del lavoratore, a decorrere dal 1° luglio 2023. Nell’Accordo siglato il 20 luglio scorso, le Parti decidono di avvalersi del modello F24 per il versamento della quota contrattuale di servizio e stabiliscono che la corresponsione è a cadenza semestrale posticipata, entro il 16 gennaio del secondo semestre dell’anno precedente ed entro il 16 luglio per il primo semestre dell’anno in corso. Viene precisato, inoltre, che il primo versamento relativo al semestre 1° luglio 2023-31 dicembre 2023, deve essere effettuato entro il 16 gennaio 2024. In attesa del perfezionamento con pagamento della quota di servizio mediante F24 e mantenendo ferma la decorrenza del 1° luglio 2023, la medesima quota è rideterminata nella misura globale di 2,00 euro per 14 mensilità, di cui 1,00 euro a carico del datore di lavoro e 1,00 euro a carico del lavoratore.Il datore di lavoro che omette il versamento delle quote deve corrispondere al lavoratore un elemento distinto della retribuzione non assorbibile di importo maggiorato del 10% per 14 mensilità.

CCNL Trasporto Merci-Industria: con la stesura definitiva, variazione dell’EAR

Aumentata da euro 5,00 ad euro 8,00 la quota di retribuzione ad ogni singolo lavoratore 

Lo scorso 12 luglio, Aite, Aiti, Assoespressi, Assologistica, Fedespedi, Fedit, Fisi, Trasportounito Fiap, assistite da Confetra, Anita, Fai, Assotir, Federtraslochi, Federlogistica, Fiap, Unitai, assistite da Conftrasporto, Cna-Fita, Confartigianato Trasporti, Sna-Casartigiani, Claai e Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, hanno sottoscritto la stesura definitiva del CCNL Trasporto Merci-Industria, siglato il 18 maggio 2021, e che disciplina il rapporto di lavoro del personale dipendente dalle imprese di spedizione, anche se denominate transitarie e doganali, dalle aziende esercenti l’autotrasporto di merce su strada per conto di terzi, dalle imprese di servizi logistici e ausiliari del trasporto, dalle imprese di trasporto combinato, dalle imprese svolgenti l’attività di commercio elettronico, dalle agenzie aeree e pubblici mediatori marittimi che esercitano tale attività promiscuamente a quella di spedizione, dalle aziende di magazzini generali, dai terminal, dai depositi, dai centri di distribuzione e centri intermodali per conto terzi, dalle aziende produttrici di energia refrigerante, dalle aziende di servizi logistici anche integrati con attività di supporto alla produzione, operanti singolarmente oppure all’interno di infrastrutture interportuali, autoportuali, portuali ed aeroportuali, con la sola esclusione delle imprese destinatarie del CCNL dei lavoratori dei porti.
Tra le novità apportate dalla suddetta stesura, si evidenzia quella concernente l’art. 52 “Ente Bilaterale – Ebilog”, in cui si disciplina al comma 3, la variazione dell’importo a titolo di EAR “elemento aggiuntivo della retribuzione”, ossia, le imprese che non aderiscono alle associazioni firmatarie del CCNL, né al sistema della Bilateralità e che non versano quindi il relativo contributo all’Ente Bilaterale, devono corrispondere una quota di retribuzione ad ogni singolo lavoratore pari ad euro 8,00 mensili per dodici mensilità (mentre antecedentemente la modifica, la somma era di euro 5,00 mensili per dodici mensilità).
Stante l’obbligo da parte delle aziende, sebbene non aderenti ad Associazioni datoriali firmatarie del presente CCNL, di realizzare quanto previsto dai singoli Organismi Bilaterali contemplati dal medesimo, si precisa che, le medesime sono tenute ad effettuare versamenti agli Enti Bilaterali come disciplinato dai singoli istituti nel rispetto della Legge e della Rappresentanza.

Diritti di ingresso alle mostre di oggetti d’arte di nuova realizzazione: requisiti per esenzione IVA

Ai fini dell’applicazione dell’esenzione IVA per i diritti di ingresso alle mostre di oggetti d’arte di nuova realizzazione, l’Agenzia delle entrate ha ribadito la necessaria sussistenza di tutti i requisiti richiesti dalla disposizione di cui al primo comma n. 22) dell’articolo 10 del Decreto IVA, soffermandosi in particolare sull’assenza di scopi speculativi e sulla rilevanza culturale e sociale del servizio prestato (Agenzia delle entrate, risposta 4 agosto 2023, n. 417).

Come già ricordato nella risoluzione n. 85/2004, le mostre rientrano tra le attività spettacolistiche di cui all’articolo 74­quater del Decreto IVA, mutuandone le modalità di certificazione dei corrispettivi della Tabella C, allegata al Decreto IVA, che comprende espressamente tra le attività spettacolistiche le mostre e fiere campionarie, esposizioni scientifiche, artistiche e industriali.

 

Ai sensi dell’articolo 10, primo comma, n. 22), del citato Decreto, sono esenti da IVA le prestazioni inerenti alla visita a musei, gallerie, pinacoteche, monumenti e simili. L’importante è che siano rispettati tutti i requisiti indicati nella risoluzione n. 85/2004, ossia:

  • l’esposizione deve riguardare quadri, fotografie o altri beni di rilevante utilità sociale e culturale, oggetto di visita da parte del pubblico, in spazi appositi;

  • lo scopo dell’esposizione deve essere divulgativo e quindi di promozione della conoscenza (storica, artistica ecc.);

  • l’esposizione deve essere caratterizzata dall’assenza di scopi speculativi o commerciali anche indiretti.

Nel caso di specie, la società istante ha interesse a sapere se la diffusione ”virale” delle immagini delle proprie opere esposte costituisca un ”beneficio commerciale indiretto” così da impedire l’applicazione di tale esenzione di cui al numero 22) del suddetto articolo 10, chiarendo che il servizio che intende realizzare non è funzionale a promuovere le opere e le realizzazioni esposte ai fini di una potenziale vendita.

 

L’Agenzia delle entrate chiarisce che l’assenza di scopi speculativi o commerciali anche indiretti sussiste quando l’esposizione è finalizzata esclusivamente alla divulgazione e non anche alla commercializzazione delle opere artistiche ivi esposte.

Pertanto ritiene che la divulgazione spontanea tramite ”social” delle opere artistiche della Società da parte dei visitatori non costituisca di per sé un ostacolo all’applicazione dell’articolo 10, primo comma, n. 22), del Decreto IVA.

È invece di ostacolo l’assenza di una rilevante utilità sociale e culturale dell’esposizione e delle opere esposte, dovendo essere finalizzate alla promozione della conoscenza (storica, artistica ecc.).

Dunque, affinché si possa ritenere applicabile il regime di esenzione IVA, non è sufficiente che la Società esponga in spazi appositi le proprie creazioni, in assenza dei dichiarati scopi speculativi, ma occorre altresì che il servizio prestato abbia una certa rilevanza culturale e sociale.

 

La Società, infatti, afferma di voler esporre al pubblico opere artistiche nuove, realizzate dai soci, mentre secondo la risoluzione n. 30/1998, l’esenzione opera ogni qual volta vengano esposti in spazi appositamente predisposti, quadri, fotografie, stampe, statue, di autori di chiara fama, con scopo unicamente divulgativo, prescindendo dal carattere permanente o meno della manifestazione o dal soggetto pubblico o privato che la realizza.

La ratio dell’esenzione IVA risiede nella volontà di incentivare ­per il tramite delle mostre ­la divulgazione e la promozione della conoscenza unicamente di quei beni che abbiano rilevante utilità sociale e culturale e che siano state realizzate da autori di chiara fama.

 

Secondo un costante principio della giurisprudenza unionale, conclude l’Agenzia, i termini con i quali sono state designate le esenzioni, di cui all’articolo 132 della Direttiva IVA, devono essere interpretati restrittivamente, in quanto deroghe al principio generale stabilito dall’articolo 2 della medesima Direttiva.

 

CIGO E CISOA per gli operai agricoli a rischio per il caldo

L’INPS ha fornito le istruzioni operative per l’applicazione dell’integrazione salariale ordinaria e della Cassa integrazione speciale operai agricoli (INPS, circolare 3 agosto 2023, n. 73).

Con la circolare in commento, l’INPS è intervenuta per illustrare i contenuti del D.L. n. 98/2023, recante “Misure urgenti in materia di tutela dei lavoratori in caso di emergenza climatica e di termini di versamento” e per dettarne le istruzioni operative. 

Il provvedimento, entrato in vigore il 29 luglio 2023, contiene in particolare due disposizioni con le quali, in attuazione delle politiche finalizzate a prevenire l’esposizione dei lavoratori a rischi per la salute e la sicurezza derivanti dalle ondate di calore, si rende più agevole, per alcune categorie di datori di lavoro rientranti nel campo di applicazione dell’integrazione salariale ordinaria (CIGO) e per quelli tutelati dalla Cassa integrazione speciale operai agricoli (CISOA), l’accesso agli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro in conseguenza di eventi metereologici avversi.

Settori edile, lapideo e dell’escavazione

L’articolo 1 del D.L. n. 98/2023 prevede che anche i datori di lavoro appartenenti ai settori edile, lapideo e delle escavazioni – rientranti nel campo di applicazione della CIGO – per le sospensioni o riduzioni dell’attività lavorativa effettuate nel periodo dal 1° luglio 2023 al 31 dicembre 2023 determinati da eventi oggettivamente non evitabili (EONE), possono accedere all’integrazione salariale ordinaria senza che i suddetti periodi rientrino nel limite massimo di durata dei trattamenti fissato dalla normativa in 52 settimane nel biennio mobile.

Peraltro, l’ultimo periodo del comma 1 dell’articolo 1 del D.L. n. 98/2023 stabilisce che, per le richieste di trattamenti di integrazione salariale di cui trattasi, i datori di lavoro non sono tenuti al versamento del contributo addizionale.

Inoltre, ai sensi dell’articolo 15, comma 2, del D.Lgs n. 148/2015, le domande di integrazione salariale ordinaria per eventi oggettivamente non evitabili (EONE) devono essere presentate entro la fine del mese successivo a quello in cui ha avuto inizio l’evento di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa.

Dal punto di vista contributivo, i periodi di integrazione salariale di cui all’articolo 1 del decreto in questione rilevano ai fini della determinazione della misura del contributo addizionale ai sensi dell’articolo 5 del D.Lgs n. 148/2015, qualora sia dovuto per eventuali ulteriori periodi di integrazione salariali fruiti nel quinquennio mobile.

Ai fini della presentazione delle domande di integrazione salariale ordinaria per i periodi oggetto di neutralizzazione, i datori di lavoro appartenenti ai settori edile, lapideo e delle escavazioni continueranno ad attenersi alle consuete modalità.

Cassa integrazione speciale operai agricoli 

L’articolo 2 del D.L. n. 98/2023 stabilisce che, per le sospensioni o riduzioni dell’attività lavorativa effettuate nel periodo compreso tra il 29 luglio 2023 e il 31 dicembre 2023, il trattamento di CISOA, previsto nei casi di intemperie stagionali, è riconosciuto agli operai agricoli a tempo indeterminato (OTI) anche in caso di riduzione dell’attività lavorativa pari alla metà dell’orario giornaliero contrattualmente stabilito.

La previsione dell’articolo 2 del decreto-legge n. 89/2023 deroga, quindi, ancorché per un periodo temporaneo, alla disciplina di carattere generale (Legge n. 457/1972), consentendo, così, ai datori di lavoro agricoli l’accesso al trattamento di CISOA anche in caso di riduzione dell’attività lavorativa nel solo caso di domanda per avversità atmosferiche e con riferimento ai soli operai a tempo indeterminato e non più solo in caso di sospensione dell’attività lavorativa.

L’articolo 2 in esame stabilisce altresì che i trattamenti concessi a tale titolo, sempre nel periodo ricompreso tra il 29 luglio 2023 e il 31 dicembre 2023, sono neutri ai fini del raggiungimento del numero massimo di 90 giornate fruibili nell’anno e che i periodi oggetto di sospensione sono equiparati a periodi lavorativi ai fini del requisito delle 181 giornate di effettivo lavoro previsto dall’ articolo 8 della Legge n. 457/1972.

L’INPS precisa anche che in corrispondenza delle giornate per le quali sarà autorizzata la CISOA in commento, le posizioni assicurative dei lavoratori interessati presenteranno una copertura contributiva mista: ordinaria, per la parte della giornata in cui la prestazione lavorativa si è regolarmente svolta e figurativa, per la parte di giornata coperta da CISOA.

Ai fini della presentazione delle domande, i datori di lavoro dovranno presentare domanda secondo le consuete modalità indicando, quale causale, “CISOA eventi atmosferici a riduzione”. Le istanze dovranno essere presentate a fare tempo dal 10 agosto 2023. Conseguentemente, il termine per la trasmissione delle stesse, per periodi di riduzione decorrenti dal 29 luglio 2023 al 9 agosto 2023, è fissato al 25 agosto 2023. Le domande per periodi di riduzione dell’attività lavorativa decorrenti dal 10 agosto 2023, dovranno, invece, essere presentate entro l’ordinario termine di 15 giorni dall’inizio dell’evento di riduzione.

Nel caso in cui la domanda di CISOA riguardi lavoratori agricoli a tempo indeterminato con sospensione giornaliera dell’attività lavorativa, i datori di lavoro dovranno presentare domanda secondo le consuete modalità, indicando la causale ordinaria “eventi atmosferici”.

Infine, la circolare in commento include, tra l’altro, le modalità operative per CIGO e CISOA (Uniemens, presentazione delle domande, autorizzazioni e modalità di pagamento).

CCNL Poste: firmato l’Accordo sul Premio di Risultato 2023/2024

L’Accordo prevede 1.000 euro per i lavoratori a tempo indeterminato, incremento economico e bonus

Le Sigle Sindacali Slc-Cgil, Slp-Cisl, Uil-Poste, Failp-Cisal, Confsal Com.ni, Ugl-Com.ni hanno sottoscritto l’Accordo sul Premio di Risultato 2023/2024 destinato alle lavoratrici ed ai lavoratori del Gruppo Poste Italiane. Nella fattispecie, il successo della trattativa tra Parti Sociali e Azienda consiste nel riconoscimento di un Premio aggiuntivo di 1.000 euro per i lavoratori a tempo indeterminato, inclusi gli apprendisti, che viene erogato a novembre 2023. A questo si aggiunge un incremento economico del 4%, pari in media a 95 euro, erogato nella busta paga di giugno 2024 ed è stato confermato il bonus 50,00 euro per i lavoratori che non fanno registrare assenze nel corso dell’anno. Inoltre, su base volontaria, è possibile accedere ad ulteriori vantaggi tramite l’adesione alla piattaforma Welfare aziendale, destinando parte o tutto l’importo del Premio di Risultato in beni e servizi.