Pubblicato il D.Lgs. contenente disposizioni nazionali complementari al codice doganale dell’Unione

È entrato in vigore il 4 ottobre 2024 il decreto legislativo 26 settembre 2024, n. 141, recante disposizioni nazionali complementari al codice doganale dell’Unione e revisione del sistema sanzionatorio in materia di accise e di altre imposte indirette sulla produzione e sui consumi, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 3 ottobre 2024, n. 232.

Il nuovo D.Lgs. n.141/2024 dà attuazione in primo luogo all’articolo 11 della Legge delega per la riforma fiscale n. 111/2023, recante i principi e criteri direttivi per la revisione della disciplina doganale nonché alle disposizioni di cui all’articolo 20, commi 2 e 3, della stessa Legge, recante rispettivamente principi e criteri direttivi per il riordino del sistema sanzionatorio in materia di accise e di altre imposte indirette sulla produzione e sui consumi previste dal Testo unico di cui al D.Lgs. n. 504/1995, e per la revisione del sistema sanzionatorio applicabile alle violazioni della normativa doganale.
Il Decreto è composto di 10 articoli e contiene, in allegato, le disposizioni nazionali complementari al Codice doganale dell’Unione (di 122 articoli).

 

L’articolo 1 contiene l’approvazione delle disposizioni di cui all’allegato 1, che rappresentano disposizioni complementari concernenti specifici aspetti delle disposizioni unionali rispetto ai quali è necessario o opportuno un intervento di coordinamento o di integrazione.

 

L’articolo 2 modifica la disciplina concernente la professione di spedizioniere doganale. In particolare:

  • si subordina l’esercizio della professione di spedizioniere doganale al rilascio di apposita patente, con validità illimitata, da parte dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli;

  • si chiarisce che gli spedizionieri sono iscritti al relativo albo professionale quali esperti negli adempimenti connessi con gli scambi internazionali;

  • sono disciplinati i requisiti per l’ottenimento della patente e le relative esclusioni;

  • vengono dettagliatamente disciplinati gli esami per il conseguimento della patente di spedizioniere doganale, le relative procedure di indizione, l’oggetto e il numero delle prove, nonché la composizione della commissione esaminatrice;

  • in presenza di specifiche condizioni, legate al possesso di titoli di studio, si prevedono forme semplificate di svolgimento dell’esame;

  • si ridisciplinano le attribuzioni e le competenze dei Centri di Assistenza Doganale – CAD.

L’articolo 3 del nuovo Decreto apporta, poi, una serie di modifiche al D.Lgs. n. 504/1995, recante disposizioni legislative sulle imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative e al D.Lgs. n. 6/2016.

Nello specifico, la lettera a), dell’articolo 3 modifica l’articolo 40 del TUA, che sanziona la sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici. La lettera b), invece, introduce cinque nuovi articoli (dall’articolo 40-bis all’articolo 40 sexies) nel TUA che riguardano rispettivamente: la sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui tabacchi lavorati; le circostanze aggravanti del delitto di sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui tabacchi; le circostanze attenuanti; la vendita di tabacchi lavorati senza autorizzazione o acquisto da persone non autorizzate alla vendita; ulteriori disposizioni in materia di vendita di tabacchi lavorati.

A seguire, l’articolo 4 del D.Lgs. n.141/2024 reca alcune modifiche all’art. 25-sexiesdecies del D.Lgs. 231/2001, in materia di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, società e associazioni in relazione ai reati di contrabbando

 

L’articolo 5 apporta una modifica di coordinamento all’articolo 51, comma 3-bis c.p.p., sostituendo il rinvio ai reati di cui all’art. 291-quater del Testo unico di cui al D.P.R. n. 43/1973 (abrogato dall’articolo 8, comma 1, lettera f), con il rinvio ai reati di cui all’articolo 86 delle disposizioni nazionali complementari di cui all’allegato 1.

 

L’articolo 6 introduce, invece, modifiche in materia di IVA all’importazione. In particolare la disposizione aggiorna il riferimento alla normativa prevista per le manipolazioni usuali sui beni destinati a essere trasferiti in un altro Stato membro che possono eventualmente intervenire durante la sospensione del pagamento
dell’IVA nonché disciplina la costituzione e l’incameramento e della cauzione durante l’esame della documentazione necessaria per fruire della sospensione medesima.

 

L’articolo 7 reca delle disposizioni di coordinamento con le norme contenute nel Testo unico delle disposizioni legislative in materia doganale, chiarendo inoltre i termini di applicazione delle sanzioni amministrative previste nell’allegato 1 e nell’articolo 3 del Decreto in commento.

 

Infine, l’articolo 8 del Decreto n. 141/2024 specifica le norme vigenti che sono espressamente abrogate, a decorrere dal 4 ottobre 2024.

In particolare, si segnalano:
– il Regio decreto 13 febbraio 1896, n. 65, contenente il regolamento per l’esecuzione del Testo unico delle leggi doganali;
– gli articoli 64, 65, 66, 73, 75 e 96 della Legge 17 luglio 1942, n. 907, in materia di contrabbando di tabacchi lavorati e relative sanzioni;
– gli articoli 125, 126, 127 e 128 del decreto del Presidente della Repubblica 18 febbraio 1971, n. 18, in tema di procuratori doganali, merci abbandonate e controversie doganali;
– il D.P.R. 23 gennaio 1973, n. 43, recante approvazione del testo unico delle disposizioni legislative in materia doganale;
– il decreto legislativo 8 novembre 1990, n. 374, in materia di riordinamento degli istituti doganali e revisione delle procedure di accertamento e controllo delle merci;
– l’articolo 20 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, sui versamenti delle accise e di interessi sui diritti doganali;
– gli articoli 2, 4, 6, 7, 8, commi 1, 2, 4, e 9 della legge 25 luglio 2000, n. 213, sulle attività degli spedizionieri doganali;

– l’articolo 35, comma 35, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, sull’attività di prevenzione e contrasto delle violazioni tributarie connesse alla dichiarazione fraudolenta del valore in dogana.

Ebiart: contributo centri ricreativi estivi richiedibile fino al 31 dicembre 2024

Il contributo spetterà ad un solo genitore per nucleo familiare per ogni figlio, anche adottivo e/o in affido, che abbia un’età compresa tra i 4 anni e i 14 anni compiuti

L’Ebiart, Ente Bilaterale Artigiano, ha messo a disposizione per i titolari di impresa (e assimilati) e lavoratori dipendenti di aziende aderenti all’Ente, con anzianità contributiva all’atto della presentazione della domanda non inferiore a 12 mesi, un contributo per il sostegno dei costi sostenuti per la frequenza dei propri figli ai centri estivi promossi da enti pubblici o privati (Comune, Enti ecclesiastici, Associazioni, Società sportive, etc.). 
Il contributo spetterà ad un solo genitore per nucleo familiare per ogni figlio, anche adottivo e/o in affido che, durante il periodo di frequenza, abbia un’età compresa tra i 4 anni e i 14 anni compiuti. Verrà riconosciuto per i soli mesi compresi tra giugno ed agosto 2024, presso strutture con frequenza non inferiore a 2 settimane (10 giorni), per l’intera giornata o parte di essa, sino ad un massimo di 2 mesi (anche non consecutivi). Il contributo è pari a:
50% della spesa sostenuta, fino ad un massimo di 400,00 euro lordi (assoggettati a ritenute fiscali);
75% della spesa sostenuta, fino ad un massimo di 800,00 euro lordi (assoggettati a ritenute fiscali), qualora il minore sia in possesso della certificazione dello stato di handicap o dello stato di handicap in situazione di gravità (ai sensi della Legge n. 104/92);
– “una tantum” di 800,00 euro lordi (assoggettati a ritenute fiscali), nel caso in cui il minore con il riconoscimento della disabilità non frequenti, nei mesi compresi tra giugno ed agosto 2024, alcun centro estivo (o strutture assimilabili).
L’ammissibilità a beneficiare del contributo è subordinata alla presentazione dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) del nucleo familiare che non deve essere superiore a 30.000,00 euro all’anno. La domanda potrà essere presentata dal 1° ottobre 2024 al 31 dicembre 2024, con l’apposito modulo online disponibile sul sito dell’Ente. Alla domanda deve essere necessariamente allegata la seguente documentazione:
– copia ricevuta/e di spesa che ne dimostri la durata e il soggetto frequentante;
– autocertificazione dello Stato di famiglia e carico fiscale;
– in caso di figli adottivi o in affido copia del documento attestante l’adozione o l’affido;
– copia ultima busta paga ricevuta (per i soli lavoratori dipendenti);
– copia modello ISEE in corso di validità;
– per i minori in stato di handicap e disabilità non frequenti sarà necessario allegare anche copia della certificazione di handicap grave in corso di validità rilasciato dall’INPS, ai sensi della L. 104/92;
– per i minori con disabilità non frequenti sarà necessario allegare anche l’autocertificazione sottoscritta da un genitore attestante la non frequenza del proprio figlio a centri estivi. 
Per i soli lavoratori dipendenti, il contributo sarà erogato dall’Ente attraverso l’impresa e la stessa erogherà quanto di spettanza della lavoratrice/lavoratore con la prima busta paga utile, assoggettando l’importo alle ritenute fiscali di legge. 

Flussi migratori e lavoro: le nuove disposizioni urgenti

Il Governo ha approvato un decreto-legge che introduce tra l’altro novità normative in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri e di tutela e assistenza alle vittime di caporalato (Presidenza del Consiglio dei ministri, comunicato 2 ottobre 2024, n. 98).

Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri un decreto-legge con disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali.

In particolare, il provvedimento integra nella sua prima parte la disciplina dell’ingresso in Italia per motivi di lavoro, già definita recentemente con il DPCM del 27 settembre 2023, sulla programmazione dei flussi per il triennio 2023-2025.

Le novità nelle procedure d’ingresso

Il Governo ha deciso di intervenire con urgenza con l’obiettivo di semplificare e accelerare le procedure, rendendole nel contempo più sicure. Tra gli interventi maggiormente significativi vi sono:

– precompilazione rispetto al click day delle domande di nulla osta al lavoro, così da ampliare i tempi per i controlli e consentire la regolarizzazione o l’esclusione delle domande non procedibili;
– interoperabilità tra il sistema informatico in uso e le banche dati dei Ministeri dell’interno e del lavoro, dell’INPS, Camere di commercio, Agenzia delle entrate e AGID, al fine della verifica automatica di alcune tipologie di dati presenti nelle domande di nulla osta al lavoro; 
– ferme restando le quote, svolgimento nel corso dell’anno di ulteriori “click day” per settori specifici;
– obbligo di conferma dell’interesse all’assunzione da parte del datore di lavoro, prima del rilascio del visto di ingresso al lavoratore straniero;
– obbligo di elezione di domicilio digitale per il datore di lavoro e digitalizzazione della procedura anche per ciò che attiene alla sottoscrizione e invio del contratto di soggiorno, abolendo la necessità per il datore e il lavoratore di presentarsi a tal fine presso lo sportello unico per l’immigrazione
– inibizione al sistema per i successivi 3 anni dei datori di lavoro che, per causa a loro imputabile, non provvedono alla stipula del contratto di lavoro dopo l‘ingresso dello straniero o che utilizzano lavoratori senza contratto;
– limite al numero di domande attivabili dal datore di lavoro in proporzione a fatturato, numero di addetti e settore di attività
– possibilità per i lavoratori stagionali di stipulare, nel periodo di validità del nulla osta al lavoro, un nuovo contratto con lo stesso o con altro datore entro 60 giorni dalla scadenza del precedente contratto;
– possibilità di conversione, al di fuori delle quote, del permesso per lavoro stagionale in permesso per lavoro a tempo determinato o indeterminato;
mantenimento dei canali di ingresso speciali per rifugiati e apolidi;
– introduzione di un canale di ingresso sperimentale per il 2025 per l’assistenza di grandi anziani e disabili, nel limite di 10.000 unità, attraverso le Agenzie per il lavoro, le organizzazioni datoriali firmatarie del CCNL del settore domestico e i professionisti dell’area giuridico-economica, con esclusione del silenzio assenso nell’esame delle relative domande di nulla osta al lavoro;
– eliminazione del silenzio assenso per la fase di esame delle domande relative a lavoratori di stati a rischio (nel 2025 si tratta di Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka);
– potenziamento del personale addetto alle procedure di ingresso in Italia per motivi di lavoro dei Ministeri dell’interno e degli esteri.

I provvedimenti sul caporalato

Il Capo II del decreto-legge riconosce il permesso di soggiorno per casi speciali in favore delle vittime di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro di cui al nuovo articolo 18-ter del Testo unico dell’immigrazione, alle quali è esteso l’ambito applicativo del programma unico di emersione, assistenza, integrazione sociale. 

Alla scadenza, il permesso di soggiorno per casi speciali rilasciato al lavoratore straniero vittima di violenza, abuso o sfruttamento del lavoro può essere convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro al di fuori delle quote o in permesso di soggiorno per motivi di studio, qualora lo straniero sia iscritto a un regolare corso.

L’ammissione alle misure di assistenza finalizzate alla formazione e all’inserimento sociale e lavorativo avviene attraverso programmi individuali e si prevedono le condizioni ostative e le cause che determinano la revoca dell’ammissione alle misure, per esempio per condanna per un delitto non colposo

Le misure di protezione previste dal D.L. n. 83/2002 a tutela dell’incolumità delle persone ritenute a rischio trovano applicazione nei confronti degli stranieri vittime di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro

Viene esteso il patrocinio in materia di spese di giustizia a coloro che collaborano all’emersione del suddetto reato e all’individuazione dei responsabili.

 

CCNL Istruzione e ricerca: stretta finale per la chiusura delle sequenze contrattuali

Aran e OO.SS. si avviano alla firma delle sequenze contrattuali, focus accesso sui lavoratori precari

La Flc-Cgil ha informato, mediante una nota stampa, circa l’esito del tavolo di trattativa tenutasi all’Aran il 2 ottobre 2024. La riunione, incentrata sulla coda contrattuale relativa al CCNL Istruzione e ricerca, ha fatto registrare dei passi in avanti circa la conclusione positiva dell’incontro, in vista della firma. In sede di contrattazione, infatti, la legge prevede che venga definita la retribuzione del contratto a tempo determinato; mentre, l’intento delle Parti sindacali è quello di stabilire, oltre alle retribuzioni, diritti, doveri e tutele, così come avviene per gli altri lavoratori non a tempo determinato. A tal proposito, l’esperienza acquisita mediante le varie forme di lavoro, quali: assegni di ricerca, contratto di ricerca, contratto a tempo determinato di cui all’art. 141 del CCNL vigente; indicano la strada verso il raggiungimento dei requisiti per la stabilizzazione dei precari. 
Focus importante anche sul settore degli EPR. Infatti, sebbene venga riconosciuto loro un assegno di ricerca e contratti a tempo determinato ai fini della trasformazione ad indeterminato, le OO.SS. hanno richiamato all’applicabilità delle norme specifiche sulla stabilizzazione, con la alla possibilità per le amministrazioni di estendere a questi lavoratori le norme del contratto collettivo nazionale.
I progressi fatti sono stati apprezzati dai sindacati che si sono detti pronti a firmare, facendo leva sulla possibilità di chiudere anche le altre sequenze contrattuali, relative a: tecnologo dell’università a tempo indeterminato; retribuzione dei CEL e del personale delle AOU. 
Per quanto riguarda la firma dell’ipotesi del CCNL Istruzione e ricerca e per la discussione sulle altre sequenze contrattuali, il tavolo è aggiornato al 9 ottobre 2024. 

CCNL Istituzioni Socio Assistenziali Uneba: nuovo incontro per il rinnovo

Dal punto di vista economico si è raggiunta l’intesa di un aumento di circa 120,00 euro per i lavoratori del settore 

Il 1° ottobre si è tenuto un nuovo incontro tra i sindacati Fp-Cgil, Fisascat-Cisl, Fp-Cisl, Uiltucs-Uil, Uil-Fpl e Uneba, successivo allo sciopero nazionale del 16 settembre, per discutere sul rinnovo del CCNL del personale dipendente dalle realtà del settore assistenziale, sociale, sociosanitario, educativo, nonché da tutte le altre istituzioni di assistenza e beneficenza.
Innanzitutto, i sindacati hanno rilevato l’alta percentuale di adesione allo sciopero, sul presupposto del malcontento da parte dei lavoratori in merito all’aspetto retributivo definito nettamente inferiore rispetto agli altri lavoratori del settore socio-sanitario- assistenziale-educativo e comunque ritenuto che l’offerta economica di Uneba di un aumento pari a 100,00 euro risulti del tutto insoddisfacente. Durante l’incontro, Uneba si è resa disponibile ad un accordo sull’aumento pari a 120,00 euro ed alla revisione degli articoli relativi al tempo determinato, alla rivisitazione del TEP (Trattamento Economico Progressivo) ed all‘istituto della maternità.
E’ stato, inoltre, fissato un nuovo calendario di appuntamenti: 21 ottobre, 7 novembre,13 novembre, 25 novembre, 4 dicembre.